The post Le calzature più bon ton utilizzate ai Met Gala e nei casinò italiani appeared first on .
]]>Il Met Gala è uno dei più grandi galà al mondo, che ha l’obiettivo di guadagnare fondi per l’ala “Costume Institute” del famoso museo newyorkese MET (Metropolitan Museum of Art), che fa anche da celebrazione di apertura per la stagione. Nato come una semplice cena di mezzanotte con contributo in denaro, è ora considerato il fiore all’occhiello degli eventi mondani di New York, e di riflesso anche del mondo.
Il Met Gala, attualmente, è un evento composto da un aperitivo ed una cena formale, e gli invitati ricevono un tema a cui attenersi con il proprio look, sebbene ciò non sia obbligatorio: ad esempio, nel 2022 il tema è stato “The Gilded Age”, l’età dell’oro americana.
Prima di entrare nella sala dell’evento ognuno sfila sul red carpet sfoggiando vestiti più rispettosi del tema, oppure vestiti stravaganti ed assolutamente distaccati da esso. Molto spesso gli invitati al Met Gala sono costituiti dai giocatori di casinò più famosi, i quali si sono arricchiti anche per via dei codici promo , che sono presenti su queste tipologie di piattaforma.
Ovviamente il tema riguarda anche le calzature da utilizzare, come si è potuto vedere nell’ultima edizione: si passa dai sandali con tacco dorati di Michaela Jaé Rodriguez, a firma Jimmy Choo come altri 24 invitati, a quelli color borgogna di Cara Delevingne, creati da Giuseppe Zanotti.
Non sono comunque mancate però le scelte fuori contesto, come le scarpe estremamente scomode di Kim Kardashian, spesso usate da pole dancers e stripper nei locali notturni, accoppiate ad un vestito appartenente a Marylin Monroe, del valore di diversi milioni di dollari.
Altro marchio molto presente è Versace, che ha creato stivali con tacchi rossi accoppiati ad un vestito molto aderente per Gigi Hadid, così come sandali più classici per Donatella Versace o Chiara Ferragni; per gli uomini, come Fedez o Cole Sprouse, sono state preferite scarpe basse, il cui stile è molto più futuristico per Sprouse e più classico per il cantante italiano.
Nonostante l’esclusività del Met Gala e la ricchezza e notorietà degli invitati, non tutte le scarpe di questo tipo hanno costi proibitivi o sono fatte in copia unica; alcune sono infatti acquistabili in quantità limitate, con lotti più o meno grandi ed a prezzi che oscillano dal 250$ ai 1400$, costi alti per un paio di scarpe normale ma piuttosto bassi per i guadagni ed il patrimonio medio di una celebrità.
I casinò sono sempre stati dei luoghi piuttosto esclusivi riguardo al dress code, perché fin dalla loro nascita erano luoghi riservati alla nobiltà ed attualmente quelli più famosi vogliono mantenere una certa etichetta; inoltre, andare al casinò è un’esperienza diversa dal giocare alle slot machine nei bar oppure andare in una bisca clandestina, e di conseguenza i proprietari vogliono fare in modo che rimanga tale.
Il casinò di Montecarlo, ad esempio, limita attualmente l’uso di scarpe sportive, vestiti da spiaggia e shorts, consigliando l’uso della giacca dopo le 20; ogni casinò ha un dress code indicato sul proprio sito, a cui è quindi necessario attenersi. Il dress code per uomini più restrittivo è quello “white tie”.
Si passa poi al “black tie”, già più comune e che prevede sempre l’uso del bianco e del nero come colori, anche se ora la cravatta è nera e non bianca, al “business casual”, ossia vestirsi in modo simile al lavoro. Dopo il “black tie optional” ed il “semi-formal”, varianti dei precedenti, si ha il “casual”, che è il meno restrittivo, ma comunque prevede di non indossare maglie estremamente colorate o vestiti strappati.
Per le donne, il “white tie” consiste nell’indossare vestiti lunghi da sera con guanti lunghi bianchi e la gioielleria più fine possibile; il “black tie” invece non prevede l’uso di vestiti bianchi, mentre il “business casual” chiede di indossare giacche o vestiti semplici. L’unica regola del “casual”, anche qui, è di evitare vestiti strappati o troppo volgari.
Nel caso degli uomini, per i casinò con regole più stringenti è necessario procurarsi delle calzature adatte, come scarpe in pelle nera; per altri, ad esempio quelli che prevedono solo un dress code “black tie optional” o “semi-formal” vanno bene anche scarpe dal colore scuro. Per le donne, invece, le scarpe sono qualcosa di più secondario rispetto ai vestiti e gioielli da indossare, ma comunque vale la regola generale di indossare scarpe formali, soprattutto nelle ore notturne.
Quindi, nei casinò veri e propri vestirsi elegante conta, anche per godersi l’ambiente della sala e potersi sentire un giocatore vero e proprio, di una certa classe. Le scarpe usate per il Met Gala, almeno quelle disponibili sul mercato, possono essere un vezzo extra da indossare, anche per far capire a colpo d’occhio la propria posizione sociale, ma non sono l’unica soluzione.
Molte scarpe eleganti sono disponibili sul mercato o noleggiabili, senza dover necessariamente spendere una fortuna per le volte che si vorrà tentare la fortuna ai tavoli, magari visitando una meta esotica durante una crociera estiva.
The post Le calzature più bon ton utilizzate ai Met Gala e nei casinò italiani appeared first on .
]]>The post Le domande da farsi per l’acquisto di calzature sostenibili appeared first on .
]]>Di solito siamo alla ricerca di quelle comode, magari impermeabili, certamente durevoli, ma soprattutto economiche. La prossima volta immaginiamole anche sostenibili. Come tutti i nostri acquisti anche quello delle scarpe è un’ottima opportunità per prendersi cura, oltre che di noi stessi, anche dell’ambiente e di tutta la filiera che c’è dietro un prodotto. Anche le maggiori case di moda sotto la spinta di consumatori sempre più accorti e attenti al mercato si preparano ad andare in questa direzione. Per fare una scelta che soddisfi il nostro gusto e le nostre tasche ma che tenga anche in conto il benessere nostro e di chi ci lavora basta farsi le domande giuste. Allora quali sono quelle che dobbiamo farci per scegliere le nostre scarpe in modo sostenibile?
In questa breve guida proviamo a darti qualche dritta su cosa tenere a mente quando ci si appresta ad acquistare un nuovo paio di scarpe per fare una scelta da consumatori attenti all’ambiente e più in generale alla sostenibilità.
Esistono una serie di etichette di sostenibilità ambientale che possiamo cercare sulla nostra scarpa: FSC (Forests for All Forever) che certifica che i materiali provengano da albereti coltivati in modo sostenibile. La certificazione STeP by OEKO-TEX® rilasciata dalla OEKO-TEX® un consorzio di 18 istituti di testing e ricerca indipendenti che promuovono nel campo della produzione tessile e della pelle la sostenibilità e il miglioramento continuo dei processi di produzione. Ma la sostenibilità non è solo data da ciò che è usato per produrre una calzatura ma anche da chi la confeziona! I lavoratori.
Una buona idea è cercare sul sito del produttore se sono esplicitate le misure che vengono adottate per il garantire la sicurezza dei dipendenti che lavorano alla produzione. Difficilmente i prodotti in commercio vengono prodotti in Italia e spesso neanche in Europa. La delocalizzazione, inevitabile in un mercato globalizzato, dove le aziende tentano costantemente di abbattere i costi di produzione, non deve però essere fatta a spese della salute dei lavoratori. Per questo, consumatori che chiedono di conoscere e scelgono i propri prodotti in base alla sicurezza tenuta sui luoghi di produzione e, perché no, la politica dell’azienda in quanto a condizione dei lavoratori e della comunità in cui è inserita la produzione daranno un segnale ben preciso ai produttori.
Una caratteristica certamente importante sia per l’ambiente che per il nostro portafoglio è la durata di una scarpa. Dal punto di vista del consumatore, questo significa fare una scelta in base al reale utilizzo che ne faremo. Se per esempio siamo dei runners occasionali ci converrà spendere sulla durabilità più che sulla performance così da far durare la nostra scarpa il più possibile. Di solito il produttore o il commerciante tendono a enfatizzare questa caratteristica dei loro prodotti, perciò, il sito web o l’addetto del negozio saprà togliervi ogni dubbio, basterà appunto chiedere! Ed infine, passiamo alla nota dolente di ogni prodotto, il fine vita. In questo caso anche all’acquisto non dovremmo dimenticare di prendere in considerazione dove andrà a finire il prodotto che stiamo acquistando una volta terminato il suo scopo.
Un buon prodotto non può essere pensato solo per funzionare bene, ma la sua ideazione deve tenere conto di tutte le fasi della vita compreso lo smaltimento. Per questo, deve essere progettato con un percorso chiaro di trattamento come rifiuto o il riutilizzo dei materiali con il riciclo. Infatti, non basta che tutto il percorso della produzione sia fatto nel rispetto dell’ambiente e che il consumatore possa utilizzare a lungo il prodotto se questo non trova un ulteriore impiego o viene smaltito in modo sostenibile. Un classico esempio per le calzature è quello delle colle utilizzate per l’assemblaggio che a volte, oltre che essere pericolose per i lavoratori, che adeguatamente formati non corrono rischi, possono diventare tossici per l’uomo e per l’ambiente una volta finiti in discarica. Solo per citare alcune sostanze cui prestare attenzione, la formaldeide che può provocare irritazioni alla pelle e agli occhi; coloranti azoici, vietati in Europa nelle produzioni dal 2002, sono potenzialmente cancerogeni. La lista da fare purtroppo sarebbe molto lunga…
Bene, ora vi siete convinti che sia necessario fare scelte più sicure e sostenibili per noi e per l’ambiente. Ma il problema che abbiamo tutti nel fare una scelta che lo sia realmente è il tempo. Come ridurre i tempi per la scelta d’acquisto?
Tra i tanti servizi online che ci guidano verso scelte da consumatori più responsabili noi abbiamo scelto di lasciarci guidare da ecoFASHION, un’applicazione che ha l’obiettivo di portare la moda sostenibile in ogni città italiana. Potrete selezionare facilmente, filtrare i negozi in base a tutte queste caratteristiche e avere un’idea dei prezzi in modo rapido già dal vostro telefono. Un’ultima funzione utilissima è la ecofashion geolocalizzazione che vi permette di scegliere il negozio più vicino, magari ne avete uno già sotto casa e ancora non lo sapete!
The post Le domande da farsi per l’acquisto di calzature sostenibili appeared first on .
]]>The post Cura della pelle: non solo “roba da donne”! appeared first on .
]]>Se fino a poco tempo fa, gli unici passaggi da ricordare e prodotti da conoscere erano quelli che riguardavano la routine rasatura, per una barba sempre perfetta e in ordine, ora le cose sono cambiate. I classici: olio pre-rasatura, rasoio, crema o schiuma da barba e dopobarba, non bastano più nel beauty case dell’uomo contemporaneo che sceglie di prendersi cura di sé. La cura della barba, infatti, è solo uno dei tanti trattamenti che fanno parte del grooming (dall’inglese toelettatura) maschile. Siamo di fronte al cambiamento di un modello culturale che va accolto con assoluta positività perché allontana da quelli stereotipi di genere che vedono la donna vanesia e frivola solo perché pensa al benessere del proprio corpo e l’uomo, al contrario, concreto, perché si preoccupa solo dello stretto necessario per la sua beauty routine, ossia di tagliarsi i capelli e/o radersi. Che barba queste visioni machiste che ingabbiano e etichettano! Quindi via libera alle unghie smaltate e al make up anche per gli uomini se contribuiscono esteticamente a dare l’immagine di noi che vogliamo.
Sono passati, così, i tempi in cui la skincare era appannaggio femminile: ogni uomo ha il diritto di prendersi cura della propria pelle e non solo in casi di inestetismi gravi e problemi specifici (acne e dermatiti), ma ogni giorno.
Oltre alla cura della barba, dei capelli e il ricorso al make-up, è la cura della pelle ad essere al centro dell’interesse maschile.
I brand dedicati al grooming maschile oggi sono tantissimi e mirano ad attrarre l’attenzione di un pubblico sempre più ampio. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, le famose linee “da uomo” in commercio (soprattutto nel caso della skincare) più che essere create ad hoc per il pubblico maschile, altro non sono che la copia di quelle femminili, con una sola differenza di packaging. Attenti dunque a ricercare più che prodotti che riportino la scritta “for men”, quelli che davvero si adattino al vostro tipo di pelle (secca, normale, grassa o mista) indipendentemente dai flaconi con etichette per lui o per lei che il più delle volte sono ideati per rispondere unicamente a delle strategie di marketing.
In linea generale, ogni prodotto è pensato per dei trattamenti nella zona viso che agiscono considerando esigenze particolari. Queste riguardano non solo l’inesorabile avanzare degli anni, che fa perdere elasticità alla pelle e porta alla formazione di rughe, ma anche lo stile di vita che conduciamo. La pelle, infatti, risente di alcune abitudini come il fumo o il consumo di alcol che ne danneggiano l’aspetto, rendendola meno elastica e facendola apparire più spenta. Non dimentichiamo poi che l’epidermide è anche costantemente esposta a diversi agenti atmosferici, ai raggi UV ed altri fattori come lo smog e l’inquinamento ambientale da cui va protetta per mantenerla in salute. È chiaro, così, che a seconda dei risultati che vogliamo ottenere sarà necessario un trattamento specifico che consterà di alcuni passaggi da seguire e prevederà l’utilizzo di cosmetici con determinate caratteristiche.
Starai già immaginando step lunghissimi prima di andare a dormire o la mattina appena sveglio, ma niente paura, per iniziare una beauty routine degna di essere chiamata tale, c’è bisogno di seguire solo due passaggi, questi sì, non opzionali.
Questo è il primo gesto da compiere se vogliamo prenderci cura della nostra pelle. Una detersione profonda è indispensabile per rimuovere tutte le impurità che si depositano, o addirittura penetrano, nella pelle durante il corso della giornata. Questo step favorirà non solo una corretta ossigenazione, ma aiuterà a purificare l’epidermide dalle cellule morte e dalle secrezioni che essa stessa produce naturalmente. Detergendo il viso, quindi, eliminerai oltre che lo sporco esogeno, anche quello endogeno. Chiaramente l’acqua non potrebbe assolvere da sola a questo compito perché non sarebbe in grado di sciogliere lo sporco grasso, come è sconsigliato anche l’utilizzo di saponi generici che, troppo aggressivi, non rispetterebbero il pH naturale della pelle causando irritazioni e arrossamenti. Per questa fase, dunque da ripetersi mattina e sera, si consiglia l’utilizzo di detergenti specifici che andranno scelti tra quelli in commercio realizzati in diverse formule (in crema, mousse o gel) in base ai diversi tipi di pelle
Se vivi in città scegli una crema che ti protegga dagli agenti inquinanti e dalle polveri sottili, meglio se formulata con un mix di antiossidanti e ricca di vitamine A, C ed E per ridurre i segni dell’invecchiamento, processo accelerato per la produzione di radicali liberi. I principi attivi contenuti in questo tipo di creme non solo creeranno una sorta di film invisibile che proteggerà l’epidermide, ma ti assicureranno anche un’idratazione profonda. Ricordati in ogni caso di trovarne una che sia adatta alla tua tipologia di pelle, che se secca avrà bisogno di essere idratata con una crema più ricca di oli, al contrario di quella grassa, che invece necessita di una crema con idratanti idrofili (come acido ialuronico e aloe, solo per citarne alcuni) che la idratino quindi senza ungerla; o ancora di quella secca che richiederà invece un trattamento per aree (diverso per la zona T che andrà purificata, rispetto alla zona delle guance che andrà, invece, idratata).
A partire dai 30 anni all’uso della crema potrai poi anche aggiungere l’utilizzo di un siero che si differenzia da una crema per essere più concentrato e liquido, nonché per svolgere un’azione immediata. I costi? Che si tratti di siero o crema, prodotti di buona qualità partono almeno da trenta euro.
The post Cura della pelle: non solo “roba da donne”! appeared first on .
]]>The post Moda uomo: sì al minimalismo, ma senza rinunciare al buon gusto appeared first on .
]]>Innanzitutto, chiariamo che avere un guardaroba minimalista non significa indossare lo stesso pantalone e felpa ogni giorno, né tantomeno avere sempre lo stesso outfit indipendentemente dai vari luoghi e contesti. Ogni situazione richiede un registro di abbigliamento differente che cambia di cultura in cultura e a seconda delle epoche e, negare l’esistenza di un dresscode non significa di certo essere minimalisti, ma al massimo anticonformisti, che è un’altra cosa. Cosa significa allora stile minimal?
Chi decide di seguire uno stile minimal, quindi, in linea generale, si basa su un semplice principio: evitare gli eccessi e gli sprechi puntando sulla semplicità e sulla versatilità; un principio che si traduce praticamente nell’avere a disposizione un numero minimo di capi con cui poter creare il numero massimo di abbinamenti possibili, adatti sia ad ambienti formali che informali.
A questo punto, pensare ad un guardaroba di questo tipo, intercambiabile, potrebbe risultare abbastanza frustante se non si ha la minima idea di come si possa arrivare a puntare all’essenzialità. Così, anziché scervellarsi su come passare con disinvoltura dalla colazione alla cena, da una serata tra amici a una festa di matrimonio per non sentirsi mai fuori posto con il proprio outfit, il rischio è quello di continuare a rifugiarsi nell’abbigliamento nomade, quello da sopravvivenza che, in realtà, non farà altro che banalizzare il nostro stile e che sicuramente non rispecchierà i nostri gusti. Per non scoraggiarci già in partenza, quindi, il nostro obiettivo non deve essere quello di andare alla ricerca del look perfetto (per intenderci, quello da copertina sfoggiato sui social) perché ciò richiederebbe un aggiornamento costante sulle collezioni che determinano i nuovi trend stagionali, il che sarebbe come addentrarsi in una selva selvaggia se non si è già appassionati di moda. Perciò, anche se finora a guidarti è stata l’improvvisazione per i tuoi outfit, potrebbe tornarti utile una piccola guida che ti aiuti a riconoscere quei pezzi basici di cui nessun uomo dovrebbe fare a meno.
Prima di passare in rassegna qualche must-have dell’abbigliamento maschile, ripassiamo qualche regola del vestire minimal che tornerà utile ogni volta che dovremo scegliere cosa comprare.
Ma veniamo al sodo e scopriamo insieme alcuni dei canonici capi timeless del guardaroba maschile. Il primo capo che ci viene in mente è sicuramente la camicia, nera e bianca è il capo più versatile in assoluto: rigorosamente sfiancata, quando indossata insieme ad altri due pezzi irrinunciabili quali il denim blu o nero o un semplice pantalone nero slim, si adatta perfettamente ad ogni occasione. Il tutto abbinato ad un blazer navy, altro capo must della moda maschile, sarà il vero salva look per ogni uomo di stile.
Se hai qualche pregiudizio sul mercato dell’usato e non riesci ad acquistare su Vinted, niente paura! Riciclare i vestiti non è l’unico modo per aiutare l’ambiente. Oltre all’acquisto di capi di seconda mano, infatti, puoi andare sicuramente alla ricerca di brand eco-friendly che utilizzano materiali sostenibili e fibre rigenerate e naturali. E no, se stai pensando che avere responsabilità sociale e entrare nel mondo della moda green sia roba da ricchi, ti assicuro che questo giudizio è approssimativo. Le valutazioni da fare quando acquistiamo un capo d’abbigliamento non sono molto diverse da quelle che devono farsi per l’acquisto di un prodotto alimentare e di certo non possono e non devono basarsi su falsi miti. Allora come scoprire cosa c’è di falso dietro la moda sostenibile o semplicemente spiegarsi il prezzo di un prodotto finale? Ciò che bisogna imparare a fare nei negozi d’abbigliamento, come in un qualsiasi altro negozio, è leggere le etichette dei capi che intendiamo acquistare per una spesa consapevole che guardi alle materie prime utilizzate e alla loro origine. Queste informazioni giustificheranno non solo un prezzo più alto o più basso, ma non distoglierà il focus dalla qualità del prodotto che indossiamo, che quando buona, sarà anche sinonimo di durevolezza nel tempo.
Starai per dire: “Ma cosa me ne faccio di un capo che mi dura tanto, se la moda cambia ogni anno?” Sì, hai ragione, la moda è un business volubile, che cambia di stagione in stagione, ma se è vero che la moda cambia, è anche vero che torna sempre, e che un capo che non è modaiolo un anno, torna di tendenza l’anno successivo. Tieni sempre a mente poi, che puntare su capi senza tempo e basici è la scelta vincente.
The post Moda uomo: sì al minimalismo, ma senza rinunciare al buon gusto appeared first on .
]]>The post Qual è il progetto di Tailwind for men? appeared first on .
]]>Mettiti comodo e scopri che vento tira. Crediamo anche noi che per essere impeccabili l’improvvisazione e il “buon gusto” a volte non bastano. Con i nostri contributi e la community intorno a questo blog abbiamo cercato di creare un punto d’incontro dove mettere insieme esattamente il giusto mix di insight, notizie e contenuti per permetterti di restare al passo nel 21° secolo.
Vogliamo avere il coraggio di condividere cosa significa oggi mascolinità toccando con un taglio conciso e autentico gli argomenti che la caratterizzano nel contemporaneo. Vogliamo distaccarci dalla cultura mainstream che propone modelli omologanti e anonimi. Per questo cerchiamo di portare la discussione su un livello ulteriore, che non si adegua agli schemi ma che è in grado di anticiparli in modo che i nostri lettori non restino mai indietro sugli argomenti che trattiamo. Il nostro obiettivo è di permettere agli uomini di essere sé stessi, di essere “uomini veri” senza cliché e senza retorica. La nostra community è aperta al progresso, aggiornata, curiosa. Cerchiamo di sostenere lo sforzo collettivo di ogni uomo di scegliere il proprio stile ed esprimere la sua unicità in modo consapevole, rispettoso dei propri modi di vita, dell’altro sesso e compiendo scelte di consumo che siano sostenibili anche per l’ambiente oltre che per il nostro portafoglio.
Un percorso condiviso può solo cominciare dichiarando cosa ci si può aspettare dal viaggio insieme e per questo è importante portarti a bordo con trasparenza e chiarezza su cosa puoi aspettarti da questo blog. Per coltivare e sostenere la nostra community, perciò, fin da ora ti promettiamo questo:
Da quando abbiamo mosso i nostri primi passi nel settore dell’informazione online abbiamo sempre creduto che professionalità, passione e creatività avrebbero definito il nostro percorso e ci avrebbero indicato la strada. Ed oggi siamo fiduciosi che il vento soffi nella giusta direzione per portare a bordo tutti quelli che condividono la nostra visione e stare sempre un passo avanti con i nostri servizi.
Se pensi di diventare dei nostri o anche se vuoi ancora pesarci un po’ per il momento non dimenticare comunque di iscriverti alla nostra newsletter o di seguirci sui nostri canali social media per restare aggiornato sulle ultime novità.
The post Qual è il progetto di Tailwind for men? appeared first on .
]]>